Notte Della Taranta ed Olio di Ricino

– Alla Notte della Taranta, si attua la censura . Ancora una volta è andata in scena la vergogna Salentina –

Ciò che è accaduto dovrebbe farci riflettere, e tanto!

Ieri sera è andata in scena l’edizione 2018 della “Notte della Taranta”: non siamo interessati ad esprimere un parere sulle scelte artistiche, né tantomeno le capacità degli ospiti e dei musicisti o le decisioni della direzione artistica.

Quel che ci preme far rilevare è che, ancora una volta, oltre alla musica, è andata in scena una cupa rappresentazione di riduzione democratica. Siamo costretti a denunciare violazioni per mano di scelte politiche telecomandate da interessi forti.

Cos’è accaduto nuovamente in quella piazza?

Mentre il direttore artistico Daniele Durante, intervistato dalla Rai, ci raccontava di un brano inedito intitolato “Terra”, brano che riprende l’aria della famosa “Lu Ruscio de lu mare” e che, inserito in un contesto attuale, narra i drammi che sta vivendo questa terra, dall’inquinamento, all’imposizione di sistemi che non appartengono alla nostra cultura, sotto quel palco accadeva altro.

Ringraziamo Daniele Durante per averci presentato il brano, abbiamo colto che, velatamente, uno dei riferimenti rimandava al “Mafiodotto” Tap.
Naturalmente non è stato nominato quell’acronimo, non sappiamo se per opportunità o perché gli sia stato impedito o sconsigliato, quel che è certo è che mentre si spendono infinite parole per raccontare l’amore per questa terra, sotto quel palco dell’amore per questa terra non solo non c’è traccia, ma bisogna evitare di mostrare qualunque vessillo che manifesti il dissenso della popolazione contro la, mostruosa, grande opera.

Sotto quel palco il servizio di sicurezza ha strappato dalle mani di alcuni manifestanti una bandiera NO TAP: chi cerca di difendere la propria terra dalla devastazione e dalla speculazione di un progetto inutile e dagli strani aspetti mafiosi, non deve mostrare al grande pubblico la propria pacifica opposizione. L’amore per la propria terra va rappresentato solo a parole, con vuota retorica.

Questo ennesimo episodio, che lede il buonsenso ancor prima dei diritti civili, lascia dietro e intorno a sé una gran puzza di omertà.

Ancora i poteri forti della politica a decidere le sorti delle popolazioni, a reprimere il dissenso con la complicità di chi, della cultura e dell’arte, avrebbe dovuto fare motivo di riscatto e dignità per questa terra.

Siamo ormai sufficientemente disincantati da non aspettarci una presa di posizione da parte della Fondazione Notte Della Taranta a denuncia di quanto accaduto.

Non lo chiediamo e mai lo pretenderemo in quanto, per noi, La Notte della Taranta è ormai completamente scollegata dal contesto territoriale: la scelta di sacrificare la naturale bellezza, ma anche il dramma di una musica popolare dalle radici profonde, all’altare della “Business Music” ha svuotato di senso e di emozione l’evento.

Svuotata quella dura musica, minore e marginale ma autentica e dai profondi significati per questo territorio, ora stanno pervicacemente tentanto di svuotare i cervelli e le coscienze di coloro che, sotto quel palco, manifestavano l’amore, reale, per la loro terra!

ps: ringraziamo quanti tra operatori artistici e artisti non si sono mai piegati davanti alla censura e ai dettami della musica business.